Genitorialità: orientarsi verso la ripresa. Nuovi adattamenti in corso.

In un momento in cui si prospetta una ripresa, se pur parziale, della vita che eravamo abituati a condurre, dove sembra che molte attività stiano riaprendo, dove si intravede l’apertura incerta di centri estivi e scuole, si fa grande il dubbio da parte dei genitori su cosa sia più adeguato fare in una situazione così complessa.

Lo mando all’asilo? Lo faccio stare con i nonni? Come sarà per lui la ripresa sapendo che dovrà imparare a convivere con mascherina e distanziamento sociale? Come posso far sì che si abitui? Sarà pericoloso?

Questi sono alcuni degli interrogativi che i genitori si fanno in questo periodo.

E’ difficile dare una risposta che vada bene per tutti senza considerare il contesto in cui il bambino è inserito, le risorse che sono presenti e le attitudini del bambino stesso.

Ciò che accomuna i genitori che si pongono queste domande è probabilmente la condizione di insicurezza e precarietà che questa situazione porta a vivere.

Innanzitutto è importante considerare che si sta uscendo da una situazione carica di significati, di esperienze nuove che portano a riconsiderare i propri vissuti soprattutto connessi alla genitorialità. E’ normale avere paura ed essere preoccupati di trovare la miglior soluzione possibile, ma andiamo per gradi.

E’ prima di tutto importante accogliere ed ascoltare le proprie emozioni, comprendere cosa ci comunicano. Per poter sostenere i bambini, qualunque sarà la scelta che prenderemo ed essere funzionali nell’accogliere i loro stati d’animo è importante capire come stiamo, come viviamo una scelta in una direzione piuttosto che in un’altra.

E’ poi importante valutare cosa implicano le diverse alternative ed una volta che abbiamo accolto le paure, sarà più facile permetterci di osservare e considerare diverse prospettive.

Diamo uno sguardo ora ai bambini, ai quali la situazione ha richiesto un grande adattamento e a quante risorse hanno già messo in campo fino ad ora. I bambini sono stati, in questo periodo, chiusi in casa con noi genitori dovendo rinunciare alle interazioni con i pari.

Il tipo di stimolazione che un bambino riceve dal contatto con altri bambini, dal gioco, è diversa e non meno importante di quella che riceve dai genitori e dai nonni.

Ma quindi cosa fare? La verità è che non c’è una soluzione che vada bene per tutti, va valutato il contesto, la qualità delle relazioni che il bambino può avere nel proprio nucleo e al di fuori, come il bambino ha vissuto e sta vivendo il periodo.

Ciò che come genitori possiamo fare in questo momento così particolare, che rappresenta una grande sfida nella genitorialità che si sta ridefinendo è da una parte accogliere le sensazioni, le emozioni, comunicarle all’interno della coppia genitoriale. Questo permetterà, da una parte, di condividere con l’altro gli stati d’animo e comprendere come l’altro sta vivendo la situazione per arricchire la propria prospettiva e quella dell’altro e costruirne una condivisa da cui poter partire per far in modo che le decisioni che verranno prese siano calibrate rispetto al proprio nucleo familiare e al proprio bambino.

I bambini, se sostenuti ed accompagnati, sono in grado di mettere in campo le risorse necessarie per far in modo che una condizione nuova si faccia possibilità di apprendimento ed acquisizione di nuove prospettive ed esperienze.

Se noi adulti ci permettiamo di alleggerirci e ci creiamo le condizioni per poter far in modo di guidarli e sostenerli potremo sorprenderci di quanto i bambini si riadatteranno, con assoluta naturalezza.

Spazio Famiglia (2)

Genitorialità: orientarsi verso la ripresa. Nuovi adattamenti in corso.ultima modifica: 2020-05-27T11:53:04+02:00da saraanderlini
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