Fuori dal coro – Quando l’ascolto va oltre il suono delle parole

Oltre il suono delle parole



<<È davvero tremendo sentirsi tagliati fuori dal mondo, dalle sue parole e, dunque, dai suoi concetti, dato che questi, generalmente, si esprimono proprio con le parole. La gente parla, parla, e tu non capisci, non solo i singoli vocaboli ma frasi intere. Ti devi aggrappare alle loro labbra, e siccome neanche quelle bastano, per come corrono veloci, ti affidi a tutto ciò ti possa essere d’aiuto: alle smorfie, al gesticolare, alle teste che annuiscono, ai menti che si ritraggono, alle sopracciglia che si inarcano. Devi capire tutto senza capire niente. È come voler comprendere l’oggetto di un quadro ostinandosi a fissare la sua cornice. E i tuoi occhi, che diventano orecchie, si spalancano, e le tue pupille ricordano quelle di un visionario. Non esiste rilassamento, esiste solo una perenne tensione lacerante, uno spremere i globi oculari per ritrovarsi con pochi elementi in mano chiamando a rapporto tutte le rimanenti facoltà del cervello per osservare, dedurre, arrivare al medesimo punto – la comprensione – inoltrandosi per una strada tutta diversa. […] Il brutto della sordità è che taglia fuori dalla vita in un modo così netto ed umiliante che, appena te ne accorgi, sei tu stesso a non voler essere un peso per chi ti è vicino […]. Quel senso di impotenza, di volere e non potere, è alla lunga, per chi la vita la adora, dilaniante […]. Adeguarsi al mondo circostante per la paura […] di essere escluso comporta un mutamento della propria personalità, uno svilimento di questa, un degrado talvolta penoso verso il non-essere-umano>> (Daniele Regolo).

La comprensione, è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano che permette di stabilire un contatto, una relazione con l’altro. La sordità crea una barriera all’ascolto e alla comprensione ostacolando così le relazioni.

Le persone sperimentano vissuti di profondo isolamento, di paura, fino ad arrivare al non sentirsi umani. Non rimane che adeguarsi ad un mondo, sforzandosi di osservare, captare ogni singolo stimolo labiale o gestuale per conservare quella comprensione che permette di rimanere in relazione con l’altro.

Ma davvero l’ascolto e la relazione sono riconducibili solamente ad un’attenzione veiocolata all’uso dell’udito e del parlato o una possibilità di relazionarsi attraverso altri canali comunicativi esiste?

<<L’ascolto.. […] È una cosa che accade quanto ti prendi il tempo per guardarti attorno, per restartene immobile la sera, per meravigliarti della mattina. Ascoltare significa essere cosciente, osservare, attendere con pazienza il successivo segnale di comunicazione. E ancora, come chiunque abbia difficoltà di parola o udito può spiegare, ascoltare non sempre si riferisce a una comunicazione uditiva. Allora come possiamo definire l’“ascoltare” perché possa includere tutti gli eventi che si verificano quando una persona sorda o con un deficit uditivo parla con un amico, passeggia da sola su una spiaggia, occupa il suo posto nel mondo in un qualsiasi giorno specifico? Le orecchie di una persona così non colgono molte cose. Ma quella meraviglia che è il corpo umano sembra voler volare al di là di questo vuoto. Quando tutta l’energia sonora della Terra è ricevuta come un sussurro, o forse non la si riceve per niente, altri sensi si affinano e afferrano gli indizi di comunicazione che abbiamo dimenticato, nella fretta di vivere. Ascoltare diviene un atto visuale, tattile, intuitivo. Ascoltare… forse… è solo una mente consapevole…>>

Ascolto significa osservare, sentire, toccare, intuire, significa esserci.

Un ascolto così coglie l’unicità, è fatto di un contatto profondo che supera le barriere ed accoglie l’essenza di ognuno di noi, ed ecco che una nuova strada che non si fa limite ma potenzialità si apre e rende possibile andare oltre il suono delle parole.

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Testimonianze da“Così ascoltano i sordi. Riflessioni attorno ad alcune testimonianze autobiografiche dei non udenti” in Scienze e Ricerche.

Lo Psicologo online – sportello remoto di consulenza e sostegno psicologico per persone affette da sordità e mutismo.

Nell’immaginario collettivo, il colloquio psicologico è un incontro gestito in presenza e tramite l’uso del canale verbale-orale, esattamente come l’etimologia stessa della parola colloquio ci suggerisce: dal lat. colloquium, comp. di con- e loqui «parlare», der. di collŏqui «parlare insieme».
A lungo, effettivamente, è stato così e, anche in rete, il primo passaggio di setting è avvenuto privilegiando lo scambio verbale.
Tuttavia, a oggi, le nuove tecnologie hanno aperto strade alternative e versatili per la gestione degli incontri con lo Psicologo.
Contributi ed evidenze raccolte sull’efficacia dei percorsi on line, unite all’uso di quelle metodologie, teorie e tecniche psicologiche che ben si prestano alla mediazione tecnologica, offrono l’opportunità di poter sfruttare questa dimensione in modo flessibile, per la gestione degli incontri.

È in quest’ottica che nasce, da un’idea della Dott. Francesca Di Donato – Psicologa, il progetto “Fuori dal coro – quando l’ascolto va oltre il suono delle parole”, proprio con l’intento di offrire un servizio dedicato al benessere psichico, che superi le barriere fisico-spaziali ma, soprattutto, quelle imposte da differenti canali comunicativi utilizzati dalla comunità dei non udenti, rispetto a quella degli udenti.

I canali di comunicazione a disposizione saranno:
– Telegram – chat
– What’s app – chat
– Skype – chat o video-chat

Per info, compensi, modalità di pagamento e primo appuntamento le comunicazioni devono pervenire solo ed esclusivamente via mail, al seguente indirizzo: ascolto.oltreilsuonodelleparole@gmail.com

A seguito della presa in carico, la comunicazione proseguirà privatamente con lo Psicologo di riferimento.

 

Fuori dal coro Sara web